Paleolimnologia

Contatto: Piero Guilizzoni (Sede di Verbania)
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Coring Lake Lake LCN 29

Il laboratorio di Paleolimnologia dell’Istituto CNR-ISE è costituito da un gruppo di ricercatori, post-doc e studenti laureati, specializzati nell’uso di tecniche paleolimnologiche il cui fine è quello di fornire informazioni di dettaglio riguardanti l’impatto antropico e naturale (clima) rispetto alla naturale variabilità degli ecosistemi d’acqua dolce. Si cerca di far luce sui processi fisici, chimici e biologici del passato e nel contempo contribuire a risolvere alcuni dei problemi che affliggono oggi amministratori e gestori dell’ambiente. Il principale obiettivo dei nostri programmi di ricerca è quello di definire gli impatti antropogenici e climatici sulla rete trofica di un lago, in particolare come questi siano relazionati all’ecologia del plancton, e validare modelli matematici basati su pigmenti fossili e resti di diatomee che vengono oggi utilizzati per studi riguardanti le condizioni di riferimento dei laghi.


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Ricerca

La maggior parte del lavoro di ricerca riguarda l’uso di indicatori biologici quali: diatomee, resti di crisoficee e cisti, pigmenti fotosintetici algali e batterici e fossili di invertebrati (es. chironomidi, cladoceri, uova durature).
Usiamo tecniche paleolimnologiche per studiare problemi relativi ai laghi come: eutrofizzazione, acidificazione, inquinamento industriale, variazioni climatiche.
In particolare, le nostre attività riguardano:

  1. Monitoraggio a lungo termine dei cambiamenti ambientali e climatici. Questo è un programma a livello globale, ma recentemente ci si è concentrati principalmente su laghi alpini e su regioni artiche e semi-aride.
  2. Sviluppo di nuove metodologie di biomonitoraggio.
  3. Studio della risposta degli organismi acquatici ai cambiamenti ambientali e ricostruzione delle condizioni ambientali del passato.
  4. Esecuzione e uso di transfer functions per pigmenti e diatomee, che consentono di quantificare i cambiamenti passati in termini di temperatura o di livelli epilimnetici di nutrienti (es. fosforo). Questi dati rendono possibile la ricostruzione dei cambiamenti climatici e delle dinamiche degli ecosistemi su scala centennale, olocenica e Tardoglaciale.
  5. Ricostruzione nel tempo della diversità delle comunità lacustri di cladoceri. Banca delle uova e uso di queste in esperimenti di laboratorio.
  6. Monitoraggio della presenza di POP e metalli in traccia (es. Hg) in regioni Alpine e sub-alpine (in collaborazione con CNR-IRSA e Università dell’Insubria).

Alcuni programmi di ricerca integrano i dati osservati con quelli paleolimnologici al fine di migliorare la comprensione autoecologica degli organismi in relazione a fattori di stress esogeni (es. cambiamenti climatici, impatto antropico) che possono innescare cambiamenti nei processi biotici della rete trofica lacustre.