Comunicati

Gli ultimi dieci comunicati:

26/09/2018 Comunicato 04/18 Un nuovo inizio per il CNR di Verbania: dal 19 settembre  l'Istituto di Ricerca sulle Acque
12/09/2018 Comunicato 03/18 Un appuntamento importante per l'equilibrio dell'ecosistema. A Verbania il primo meeting europeo della Società per la Conservazione dei Molluschi d'Acqua Dolce
31/08/2018 Comunicato 02/18 Gli alieni sono atterrati... e li abbiamo invitato noi!
07/06/2018 Comunicato 01/18 Gli invertebrati cambieranno dimensione a causa del cambiamento climatico
06/11/2017 Comunicato 05/17 Antibiotico resistenza emergenza globale: le ricerche del CNR-ISE, la situazione attuale e le prospettive future
12/09/2017 Comunicato 04/17 Una giornata all'ISE per osservare i laghi al microscopio
14/07/2017 Comunicato 03/17 In ricordo di Giuseppe Morabito
31/05/2017 Comunicato 02/17 Il Progetto BLASCO: attività svolta, risultati ottenuti, prospettive future
16/05/2017 Comunicato 01/17 Domodossola e Verbania: due giorni di incontri per la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio
16/10/2016 Comunicato 11/16 Aggiornamento sul livello del Lago Maggiore

Comunicato 04/2018

UN NUOVO INIZIO PER IL CNR DI VERBANIA:
DAL 19 SETTEMBRE È ISTITUTO DI RICERCA SULLE ACQUE

Verbania Pallanza, 26 settembre 2018

Il 19 settembre 2018, a seguito di una ristrutturazione interna al Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Verbania ha cambiato nome, entrando a far parte dell'Istituto di Ricerca sulle Acque.

Questo rappresenta per il personale del nostro istituto un nuovo inizio e una nuova sfida. Lasciamo l'ISE per entrare a far parte di una realtà già consolidata a livello nazionale e internazionale che meglio rappresenta le attività e le ricerche in corso a Villa De Marchi, in quello che già fu l'Istituto Italiano di Idrobiologia.
Nel nome è un ritorno alle origini, nei fatti un riaffermare e ribadire quello che da sempre ci caratterizza: competenza, professionalità e dedizione all'ambiente e in particolare alle acque del nostro territorio.

L'Istituto di Ricerca sulle Acque ha la sua sede principale a Montelibretti (RM), presso l'area di ricerca di Roma 1, e sedi secondarie a Bari, Brugherio, Taranto e Verbania.

Cambia il nome, restano la nostra peculiarità e il nostro essere al servizio del territorio nel quale viviamo e degli enti e delle istituzioni che vigilano sulla sua tutela e salvaguardia.

Il CNR si evolve e si trasforma per cercare di rispondere al meglio alle esigenze del Paese. Il nostro passaggio all'IRSA va in questa direzione e vuole sottolineare ancora una volta che quello che tutti conoscono come l'Idrobiologico si dedica, e continuerà a farlo, allo studio dei nostri laghi, e non solo, per proteggere e conservare quello che è uno dei nostri beni più preziosi: l'acqua.

Dott. Vito Felice Uricchio
Direttore ff CNR IRSA.

Dott. Aldo Marchetto
Responsabile della Sede di Verbania

Comunicato 03/2018

UN APPUNTAMENTO IMPORTANTE PER L'EQUILIBRIO DELL'ECOSISTEMA
A VERBANIA IL PRIMO MEETING EUROPEO DELLA SOCIETÀ PER LA CONSERVAZIONE DEI MOLLUSCHI D'ACQUA DOLCE

Verbania Pallanza, 12 settembre 2018

Dal 17 al 20 settembre, ricercatori di tutto il mondo saranno riuniti a Verbania per il Congresso che la Società per la Conservazione dei Molluschi d'Acqua Dolce (Freshwater Mollusk Conservation Society - FMCS) organizza per la prima volta in Europa.

Perché preoccuparsi dei molluschi d'acqua dolce? Nascosti nei fondali di laghi e fiumi, influenzano profondamente la qualità dell'acqua; importanti per i nostri ecosistemi acquatici, come le api per gli ecosistemi terrestri, sono a rischio: molte specie sono in pericolo di estinzione.
Non è facile lanciare una campagna di salvataggio per animali privi di attrattiva, che non commuovono come il panda e non stimolano il nostro istinto protettivo come i delfini o i pettirossi. Le cozze poi sono considerate di scarsa bellezza (in Italia il termine "cozza" non è un complimento). Eppure, i molluschi sono specie fondamentali per la vita di laghi e fiumi: i bivalvi (cioè le cozze) svolgono il ruolo di filtratori di grandi quantità d'acqua e sono in grado di modificare la natura dei fondali; i gasteropodi (lumache) si nutrono di detrito e della pellicola (perifiton) che ricopre tutto ciò che è sommerso; gli uni e gli altri, muovendosi nei sedimenti, ne favoriscono l'ossigenazione influenzando anche gli altri processi chimici che regolano la disponibilità di nutrienti (azoto e fosforo), alla base di tutta la catena trofica dell'ecosistema. La presenza dei bivalvi fornisce maggiore stabilità ai fondali fluviali e torrentizi, riducendo la quantità di detrito asportata a causa delle variazioni delle portate d'acqua. La loro estinzione comporterebbe quindi danni agli habitat e agli altri organismi dell'ecosistema.

Benché i molluschi d'acqua dolce siano il gruppo a maggior rischio d'estinzione, con circa il 70% delle specie già gravemente compromesse, nel mondo esiste una sola società che si occupa della loro conservazione: la Freshwater Mollusk Conservation Society, con sede negli Stati Uniti. Sotto la spinta dell'Organizzazione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) si è deciso di estendere il ruolo guida della FMCS anche agli altri continenti. Il primo passo verso questa "mondializzazione" verrà fatto a settembre proprio a Verbania con il primo Congresso al di fuori degli Stati Uniti.
Questo primo passo fatto verso l'Europa, che giustifica il titolo del Congresso (Bridging the gap), è di grande importanza perché servirà a tracciare la via per una maggiore efficacia nella conservazione di queste crature anche nelle aree più remote del mondo.

Per informazioni e contatti:

Nicoletta Riccardi, CNR ISE e FMCS ad hoc International Committee, IUCN SSC Mollusc Specialist Group Tel. 0323 518300, Email n.riccardi(at)ise.cnr.it

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti siti internet:
FMCS 2018 International Meeting: http://www.ise.cnr.it/it/news/events/fmcs-2018 e https://molluskconservation.org/EVENTS/2018-INTNL/2018_FMCS-INTNLMeet.html
FMCS: https://molluskconservation.org/
Consiglio Nazionale delle Ricerche: https://www.cnr.it/
CNR ISE: http://www.ise.cnr.it/it

Comunicato 02/2018

GLI ALIENI SONO ATTERRATI... E LI ABBIAMO INVITATI NOI!

Verbania Pallanza, 31 agosto 2018

Le invasioni biologiche sono responsabili di più della metà delle estinzioni a livello globale. Animali, piante e microrganismi, trasportati dall'uomo attraverso Paesi e Continenti, hanno causato e causano tutt'ora ingenti danni agli ecosistemi, ma anche all'economia mondiale. Si stima che più di 1,4 trilioni di dollari siano necessari ogni anno a livello globale per mitigare i danni causati dalle specie aliene.

Anche l'Italia ha recentemente emanato un Decreto Legislativo sulle specie invasive (D.lgs. 230/2017), in recepimento al regolamento europeo UE n.114/2014, che introduce una serie di disposizioni tra le quali il divieto di commercio, di possesso, di trasporto e di introduzione in natura, nonché l'obbligo di segnalarne il possesso (è questo il caso delle tartarughe da acquario alle orecchie rosse e gialle, Trachemys scripta).

Nonostante i problemi legati alle invasioni biologiche, le informazioni disponibili sono spesso frammentarie, contraddittorie e difficili da trovare. Per questo motivo è nata INVASIVESNET, la nuova Associazione Internazionale per l'Open Knowledge e l'Open Data sulle specie invasive, il cui Consiglio Internazionale è composto da ricercatori di altissima fama provenienti da cinque continenti. INVASIVESNET ha lo scopo di facilitare l'accesso a conoscenze e dati di alto livello, open source, sulle specie aliene invasive. L'obiettivo è infatti quello di sviluppare un network globale per lo scambio di informazioni sulle invasioni biologiche tra scienziati, manager, forze politiche e tutte le persone direttamente o indirettamente interessate al problema.

Angela Boggero, ricercatrice dell'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e membro del Consiglio Internazionale di INVASIVESNET, ha partecipato, fin dalle prime fasi, alla realizzazione della nuova associazione. "Quello delle invasioni biologiche è un problema globale, e come tale va trattato. Scienziati, politici e cittadini da ogni parte del mondo devono trovare accordi e buone pratiche globalmente condivisi per far fronte a quella che è una delle principali emergenze ambientali del nostro secolo" dichiara la dottoressa.

Dal 27 agosto, INVASIVESNET accetta nuovi membri. Per prendere parte alla comunità globale dell'associazione, basta visitare la pagina internet www.invasivesnet.org o seguirne gli aggiornamenti sui canali social Facebook e Twitter.

Per informazioni e contatti:

Angela Boggero, CNR ISE e INVASIVESNET International Council Tel. 0323 518300, Email angela.boggero(at)cnr.it
Laura Garzoli, YES!BAT e INVASIVESNET Media and Communication Office Tel. 0323 518300, Email laura.garzoli01(at)gmail.com
L'articolo su INVASIVESNET è scaricabile al link: http://www.reabic.net/journals/mbi/2016/2/MBI_2016_Lucy_etal.pdf

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti siti internet:
INVASIVESNET: www.invasivesnet.org
Comunicato INVASIVESNET: https://www.invasivesnet.org/press-releases/detail.php?ID=1143
Consiglio Nazionale delle Ricerche: https://www.cnr.it/
CNR ISE: http://www.ise.cnr.it/it

Comunicato 01/2018

GLI INVERTEBRATI CAMBIERANNO DIMENSIONI A CAUSA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Verbania Pallanza, 7 giugno 2018

Insetti, ragni e crostacei in un prossimo futuro andranno incontro a variazioni delle loro misure corporee a causa del riscaldamento globale, a seconda che si trovino in città, in aree naturali o in zone frammentate e questo avrà conseguenze per le specie che di essi si nutrono. A sostenere questo ulteriore effetto delle attività umane nell'antropocene, uno studio internazionale pubblicato sulla rivista Nature a cui hanno preso parte l'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche e il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell'Università di Torino.

La ricerca, svolta in Belgio e finanziata dal governo belga, si prefigge lo scopo di capire come cambieranno gli organismi intorno a noi in futuro, usando come modello di studio quanto avviene attualmente in città. Gli ambienti in città sono caratterizzati da due problematiche differenti per gli organismi animali: le temperature sono più alte rispetto alle aree agricole e naturali limitrofe (effetto isola termica), mentre sempre in città gli habitat idonei tipo prati, giardini, siepi e stagni sono separati tra loro da zone dove gli organismi non riescono a sopravvivere (effetto frammentazione ambientale).
Lo studio è stato condotto censendo le comunità di tutte le specie di dieci gruppi di invertebrati terrestri (ad esempio farfalle, falene, coleotteri e ragni) e acquatici (ad esempio crostacei e altri organismi del plancton) in 81 siti con caratteristiche diverse in termini di urbanizzazione, temperatura, frammentazione, e altre variabili ambientali.

Il disegno di campionamento ha permesso di attuare analisi statistiche robuste e convincenti sugli effetti del cambiamento climatico: l'aumento di temperatura con effetto isola termica farà scomparire le specie di invertebrati di dimensioni maggiori. Le diminuzioni di dimensioni registrate vanno dal 15% dei crostacei ostracodi al 20% dei coleotteri e dei ragni erranti, fino al 45% dei crostacei cladoceri, un elemento importante del plancton d'acqua dolce.
I risultati hanno mostrato come in generale le comunità animali siano costituite da specie progressivamente sempre più piccole all'aumentare della temperatura. Una temperatura ambientale più elevata, come quella che si trova in città, aumenta i tassi metabolici e le specie più piccole si riscaldano prima di quelle più grandi, raggiungendo le temperature corporee adatte alle loro attività: questo è vero soprattutto per gli animali invertebrati, la cui dimensione corporea è quindi legata all'intero ecosistema.

Gli ambienti urbani sono però caratterizzati, oltre che da temperature maggiori rispetto alle aree naturali limitrofe, anche da un'elevata frammentazione degli habitat disponibili, con piccole aree naturali separate da vaste aree completamente antropizzate. Si è scoperto che questo elemento aumenta, all'opposto, la frequenza delle specie di dimensioni maggiori. In città abbiamo per esempio trovato specie in media del 10% più grandi nelle farfalle diurne e del 20% nelle falene notturne, nelle cavallette e nei grilli. Per questi gruppi, in ambiente urbano, a causa della frammentazione degli ambienti idonei, sopravvivono quindi le specie di dimensioni maggiori malgrado l'aumento di temperatura.

L'effetto di 'isola termica' o 'isola di calore' che sperimentiamo in molte zone urbane in qualche modo anticipa temperature che in futuro potrebbero registrarsi al di fuori delle città. Anche gli animali a sangue caldo (mammiferi e uccelli), potenzialmente non influenzati da temperature superiori di pochi gradi, subiscono indirettamente gli effetti che il riscaldamento provoca sull'ambiente e sull'ecosistema, a causa della perdita di prede. Tutti gli animali insettivori, come uccelli e piccoli mammiferi, dovranno investire maggiori energie per ottenere la stessa quantità di cibo catturando un numero maggiore di prede sempre più piccole.

La ricerca fornisce le basi per elaborare un'adeguata pianificazione urbana e aumentare l'effetto positivo delle aree verdi, limitando gli effetti negativi dell'aumento di temperatura e della frammentazione delle aree verdi.

Per informazioni e contatti:

Diego Fontaneto, CNR ISE Tel. 0323 518363, Email diego.fontaneto(at)cnr.it
L'articolo è scaricabile al link: https://www.nature.com/articles/s41586-018-0140-0

Maggiori informazioni sono disponibili ai seguenti siti internet:
Comunicato stampa CNR: https://www.cnr.it/it/comunicato-stampa/8161/invertebrati-cambiano-dimensioni-a-causa-del-riscaldamento-globale
Consiglio Nazionale delle Ricerche: https://www.cnr.it/
CNR ISE: http://www.ise.cnr.it/it
Università degli Studi di Torino: https://www.unito.it/
Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi: http://www.dbios.unito.it/do/home.pl