4 Giu. 2013 - Stefano Fenoglio

Seminar Stefano Fenoglio

Grosso detrito in piccoli fiumi:una storia di foglie (e di trote…)

Presenta: Stefano Fenoglio , ( Università del Piemonte Orientale )

Torrenti e fiumi di basso ordine sono sistemi sostanzialmente eterotrofi, in cui all’input energetico autoctono si affianca un importante input alloctono, legato alla sostanza organica prodotta nel bacino e successivamente convogliata nel reticolo idrografico. In questo incontro verranno esposti i risultati di alcuni studi realizzati in torrenti alpini ed appenninici, nei quali il detrito organico grossolano risulta essere un elemento di estrema importanza ecologica, in grado di influenzare struttura e composizione delle comunità bentoniche ma anche di plasmare i cicli vitali di numerosi taxa. Inoltre verranno presentati i risultati di studi inerenti colonizzazione e degradazione del detrito organico grossolano sia di origine vegetale sia di origine animale.

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21 Mag. 2013 - Maurizio Battegazzore & Enrico Rivella

Maurizio Battegazzore & Enrico Rivella

Esperienze di monitoraggio di sorgenti e corsi d’acqua alpini mediante le diatomee in ambiti esterni alla rete di monitoraggio della WFD

Presenta: Maurizio Battegazzore, ( ARPA Piemonte, Dipartimento di Cuneo )

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Lo studio delle interazioni tra vegetazione, suolo e clima in torbiere di transizione della Val d’Ossola

Presenta: Enrico Rivella, ( Ambiente e Natura, ARPA Piemonte )

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14 Mag. 2013 - Francesca de Pascalis

Seminar Francesca De Pascalis

La modellistica numerica come strumento di ricerca e gestione di ambienti costieri e lacustri

Presenta: Francesca De Pascalis , (CNR-ISMAR, Venezia)

L'approccio alla gestione di aree costiere e alle zone di transizione, tra cui bacini chiusi o semichiusi, si è trasformato negli ultimi decenni assumendo un carattere sempre più olistico in cui le singole parti vengono valutate non solo per quello che singolarmente rappresentano, ma anche per la loro interrelazione con gli altri comparti del sistema, senza escludere quelli che agiscono al contorno del sistema stesso.
La modellistica numerica deterministica offre in questo senso un potente strumento di indagine perche permette di integrare tutte le informazioni disponibili sul sistema e al suo contorno seguendo delle leggi prefissate che rappresentano i principali processi all'interno del sistema stesso. Il modello può essere allora utilizzato come sofisticato interpolatore di informazioni sperimentali, ma una volta validato è possibile utilizzarlo per la valutazione dei processi che agiscono nel domino, per la stima di indici integrati non altrimenti facilmente valutabili e per l'analisi di scenari relativi a scelte di gestione o a cambiamenti climatici.
Il modello SHYFEM in particolare è in grado di simulare la circolazione di un bacino, da cui sono stimabili in modo spazialmente esplicito le scale temporali di trasporto che lo caratterizzano. In particolare è possibile calcolare il tempo di residenza e il confinamento con diverse condizioni forzanti. Sulla stessa base è possibile mappare l'influenza di specifici scarichi di origine naturale o antropica mentre, adottando un sistema di riferimento lagrangiano, è possibile simulare la dispersione di particelle passive. Su questa base si rende fattibile la stima della connettività tra stazioni, dell'esposizione di aree definite a diverse sorgenti specifiche.
Se si aggiunge la possibilità di simulare l'evoluzione di salinità, temperatura si apre un ulteriore capitolo che vede possibile l'indagine dalla permanenza di inquinanti (oil spill) al reclutamento di organismi.

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23 Apr. 2013 - Alessandro Chiarucci

Seminar Alessandro Chiarucci

Scala spaziale e misura della biodiversità: problemi e possibili soluzioni

Presenta: Alessandro Chiarucci, (Università di Siena)

La scala spaziale rappresenta uno dei principali fattori di controllo della biodiversità, ma anche uno dei limiti più importanti per la sua misura. Infatti, mentre le problematiche della biodiversità richiedono dati, analisi e interpretazione a grande scala, misure solide e non distorte di biodiversità sono possibili solo a piccola scala spaziale. Esistono ancora numerosi problemi nell'upscaling di dati locali di biodiversità a scale spaziali maggiori e molta ricerca è ancora necessaria. In questa comunicazione, discuterò quali sono le principali metodologie per integrare i dati raccolti a scale di campionamento, necessariamente piccole, in informazioni utilizzabili a grande scala.

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19 Apr. 2013 - Maria Cristina Gambi

Seminar Maria Cristina Gambi

Effetti dell'acidificazione degli oceani sul biota bentonico di un'area marina costiera ad emissioni vulcaniche di CO2 dell'isola d'Ischia (MarTirreno)

Presenta: Maria Cristina Gambi, Stazione Zoologica Anton Dohrn ‐ NAPOLI

L'acidificazione degli oceani, conosciuta come l'altra faccia del problema dell'immissione della CO2 in atmosfera, rappresenta un fattore di cambiamento climatico e di stress ambientale su specie ed ecosistemi marini che solo da circa un decennio ha fortemente attirato l'attenzione della ricerca scientifica oceanografica. Il pH degli oceani è già sceso di 0,1 unità dalla rivoluzione industriale ad oggi e se l'immissione di CO2 continua ai livelli attuali è previsto un suo abbassamento di 0,3‐0,4 unità entro il 2100. Mentre la maggior parte degli studi ad oggi effettuati è stata svolta in laboratorio o in mesocosmi e su singole specie, sono più rari gli studi a livello di comunità ed ecosistemi e con un approccio in situ. Alcune aree che presentano una naturale acidificazione delle acque (es., emissioni di gas serra, zone di up‐welling o immissione di acqua dolce ecc.) si possono prestare quali laboratori naturali per studiare gli effetti in situ dell'acidificazione su organismi, popolazioni, comunità ed habitat. Viene presentata una sintesi degli studi svolti presso uno di questi siti, localizzato nell'isola d'Ischia, il Castello Aragonese (Golfo di Napoli, Mar Tirreno), in cui emissioni di CO2 di origine vulcanica abbassano il pH fino ad 6.0 unità e provocano un gradiente di acidificazione lungo il quale è possibile studiare le risposte degli organismi all'abbassamento e variabilità del pH a diversa scala e a diversi livelli di complessità biologica (dai geni all'ecosistema)

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