04 dic. 2018 - Mauro Bernabei

20181204 Seminario Bernabei

La Basilica della Natività a Betlemme e altre storie di dendrocronologia

Presenta: Mauro Bernabei

CNR IVALSA - Trento

La dendrocronologia è la scienza che studia gli anelli di accrescimento degli alberi in relazione al tempo. Si basa sul principio secondo cui l'ampiezza dell'anello annuale è largamente influenzata dall'ambiente in cui la pianta è cresciuta, in particolare dal clima. La datazione dendrocronologica si ottiene confrontando gli anelli di accrescimento del campione da datare con una corrispondente cronologia di riferimento o master. La forza della datazione ottenuta in questo modo consiste nel fornire un cardine cronologico oggettivo e indipendente, noto anche come termine post quem, punto di partenza per ogni successiva analisi storica. Le cronologie di riferimento sono gli strumenti fondamentali per la buona riuscita delle datazioni: la loro estensione è passata dalle poche centinaia di anni del 2003, agli oltre 11000 di oggi, grazie ai campioni raccolti nei siti d'alta quota del Trentino. Nella presentazione saranno brevemente illustrate alcune applicazioni, tra cui le ricerche condotte sul Campanile di Giotto e sul Battistero di Firenze, gli studi eseguiti a Moregine/Pompei, sugli strumenti musicali della Collezione Cherubini presso il Museo dell'Accademia a Firenze e sulla Basilica della Natività di Betlemme. Infine, saranno presentati i risultati riguardanti gli anni 774 e 993 AD, quando si verificò un rapido aumento delle concentrazioni atmosferiche di radiocarbonio a livello planetario.

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20 nov. 2018 - Nicola Colombo, Franco Salerno, Michele Freppaz

20181120 Seminario CSF

Permafrost, rock glaciers e ghiacciai influenzano le caratteristiche fisiche e chimiche dei laghi d'alta quota (Alpi Occidentali)

Presentano: Nicola Colombo1, Franco Salerno2, Michele Freppaz1

(1) Università di Torino – DISAFA; (2) CNR IRSA Sede di Brugherio

Elementi della criosfera come permafrost, rock glaciers e ghiacciai sono in grado di influenzare le dinamiche fisiche e chimiche dei laghi d'alta montagna, specialmente nel contesto dell'attuale rapida evoluzione climatica. La degradazione del permafrost (terreno permanentemente congelato) può facilitare il rilascio di acque mineralizzate all'interno dei laghi a causa della fusione del ghiaccio sotterraneo e dell'incremento dei processi di weathering su superfici minerali recentemente scongelate. Analoghi processi avvengono nei ghiacciai rocciosi, che sono considerati come forme geomorfologiche indicatrici della presenza di permafrost con ghiaccio. Anche la fusione dei ghiacciai può comportare un incremento del contenuto dei soluti nelle acque superficiali a causa dell'aumento dei tempi di residenza delle acque all'interno dei sistemi idrologici glaciali e della recente esposizione di superfici minerali agli agenti atmosferici. In genere, gli effetti maggiori dell'evoluzione degli elementi criosferici sulle caratteristiche delle acque sono riscontrabili alla fine della stagione estiva e all'inizio dell'autunno, quando il contributo della fusione nivale è limitato o nullo. Pur essendo tali processi oramai evidenti, indagini su laghi d'alta quota caratterizzati da differenti condizioni criosferiche nei loro bacini sono rare e geograficamente limitate. Inoltre, pochi studi sono stati dedicati all'indagine della variabilità temporale della qualità delle acque di tali laghi durante la stagione estiva. In questo lavoro presentiamo i risultati di una ricerca multidisciplinare che ha avuto come obiettivo lo studio delle caratteristiche fisiche e chimiche di laghi d'alta quota ubicati nel sito LTER Istituto Mosso (Macrosito Ambienti d'alta quota delle Alpi Nord Occidentali) facente parte della Rete Italiana per la Ricerca Ecologica di Lungo Termine (LTER-Italia).

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06 nov. 2018 - Alberto Orgiazzi

20181106 Seminario Orgiazzi

Biodiversità del suolo, dal DNA alla prima mappa europea

Presenta: Alberto Orgiazzi

Joint Research Centre - Ispra (VA)
European Soil Data Centre (ESDAC)

Il suolo ospita una varietà di organismi incredibile. Si stima che un quarto della vita sul nostro pianeta si trovi sotto i nostri piedi. Molta di questa biodiversità rimane ancora sconosciuta, così come la sua geografia. Tuttavia, essendo un terzo dei suoli sulla Terra in stato di degrado, è molto probabile che lo sia anche la sua biodiversità. La pubblicazione nel 2016 del primo atlante globale della biodiversità del suolo ha mostrato come i servizi e benefici riconducibili alla diversità di vita nel suolo siano imprescindibili per consentire uno sviluppo sostenibile al nostro pianeta. Dalla produzione di cibo, attraverso l'impatto sulla crescita di piante, alla regolazione del clima, mediante l'effetto sui cicli biogeochimici, la biodiversità del suolo gioca un ruolo importante per il sostentamento del genere umano e il funzionamento degli ecosistemi. In questo contesto, si registra un crescente interesse, sia scientifico che politico, verso lo studio della distribuzione su larga scala della biodiversità del suolo. Le nuove tecnologie, basate sul sequenziamento di DNA direttamente estratto da campioni ambientali, consentono una qualità di analisi impensabile fino a pochi anni fa. Il progetto LUCAS (Land Use/Cover Area frame statistical Survey) Soil, il più vasto campionamento europeo di suolo coordinato dal Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, sta lavorando alla prima mappatura della biodiversità del suolo in Europa. 28 nazioni, 1000 campioni di suolo fresco e 3 regioni bersaglio per il sequenziamento del DNA consentiranno di ottenere una prima stima della diversità di organismi del suolo nel vecchio continente. I dati ottenuti porteranno inoltre ad una migliore comprensione dello stato di salute dei suoli europei, favorendo lo sviluppo di strategie per la riduzione di possibili minacce e il potenziamento di nuovi campi di ricerca, quali l'ecologia dell'erosione del suolo e la conservazione della biodiversità del suolo. Non meno importante, LUCAS Soil contribuirà alla prima valutazione globale sullo stato della biodiversità del suolo.

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13 nov. 2018 - Radames Bionda

20181113 Seminario Bionda

La conservazione della biodiversità nelle Aree protette dell'Ossola

Presenta: Radames Bionda

Ente di Gestione Aree Protette dell'Ossola (VB)

I parchi naturali dell'Alpe Veglia e Devero e dell'Alta Valle Antrona sono due aree protette alpine ricche di biodiversità, profondamente plasmate dall'azione dell'uomo e oggi sottoposte a importanti mutamenti, sia di tipo antropico che climatico e di conseguenza ambientale. In un contesto così dinamico la conservazione della biodiversità diviene una sfida formidabile, che non può prescindere da un costante monitoraggio delle sue componenti principali, in grado di fornire le informazioni per l'adozione di azioni mirate.

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30 ott. 2018 - Andreas Bruder

20181030 Seminario Bruder

Ecology of aquatic hyphomycetes and the role of biodiversity

Presenta: Andreas Bruder

Laboratory of Applied Microbiology, University of Applied Sciences and Arts of Southern Switzerland (SUPSI)

Aquatic hyphomycetes (or Ingoldian fungi) represent a group of microscopic fungi in well-oxygenated streams, mainly headwaters. As almost exclusive saprotrophs, principal ecological roles of aquatic hyphomycetes center on the decomposition of allochthonous plant litter, mainly leaves.
In this seminar, Andreas Bruder will take the opportunity to highlight the role of aquatic hyphomycetes in stream ecosystems. He will present and discuss examples of the role of biodiversity for the activity of aquatic hyphomycetes. These examples are drawn from recent field- and laboratory experiments. Due to the importance of the linked processes, he will also provide examples on the influence of leaf litter diversity on fungal activity. Some studies suggest that not only interspecific but also intraspecific diversity may influence aquatic hyphomycete sensitivity to environmental stressors and their performance when decomposing leaf litter. Detailed studies addressing this question require quantification of intraspecific diversity, which, however, is challenging at best with established approaches in fungal taxonomy. The final part of theseminar will be dedicated to a novel proteomic approach that we have been developing based on MALDI TOF mass spectrometry and which is addressing this challenge. Due to the broad range of ribosomal proteins analyzed simultaneously, this technique provides vast genomic information. It thus lends itself for detailed characterization and identification of fungal cultures and for quantification of inter- and intraspecific diversity.

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