17 lug. 2018 - Nicola Silvestri

20180717 Silvestri

Come salvare il lago di Massaciuccoli (LU): il punto di vista dell'agronomo

Presenta: Nicola Silvestri

Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali, Università di Pisa

Il lago di Massaciuccoli (il più ampio corpo idrico superficiale della Toscana) rappresenta un interessante caso-studio in considerazione delle numerose problematiche che minacciano l'integrità dell'ecosistema lacustre e la gestione dei territori contermini.
Eutrofizzazione, subsidenza, rischio idraulico, deflusso minimo vitale, irrigazione, ingresso di specie aliene, sono solo alcune delle tematiche da affrontare all'interno di un contesto sociale reso difficile dai numerosi e contrastanti interessi promossi dai diversi stakeholders coinvolti.
L'agronomo, seppure chiamato a muoversi in un ambiente che tradizionalmente non gli è congeniale, può offrire un contributo prezioso sia per integrare le conoscenze di ricercatori con un background culturale diverso, sia per mettere a punto soluzioni che risultino sostenibili da un punto di vista scientifico ed economico-sociale.

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10 lug. 2018 - Olga Mangoni

20180710 Mangoni

La comunità fitoplanctonica del Mare di Ross nell'Oceano Meridionale in cambiamento

Presenta: Olga Mangoni

Dipartimento di Biologia, Università di Napoli Federico II

Lo studio della risposta del fitoplancton alle forzanti ambientali è di cruciale importanza per individuare e prevedere le modificazioni dell'ecosistema marino in relazione ai cambiamenti climatici in atto. Due gruppi funzionali, le diatomee e le Haptoficeae (Phaeocystis antarctica) dominano le comunità fitoplanctoniche nel Mare di Ross e la prevalenza di un gruppo rispetto all'altro ha un grande impatto sul destino e sul trasferimento di carbonio attraverso la rete trofica. Il protrarsi del periodo di copertura dei ghiacci nel Mare di Ross Occidentale, associato con un considerevole aumento della biomassa e variazione della struttura in taglia del fitoplancton, osservato negli ultimi anni, potrebbe avere un profondo impatto sulla struttura trofica dell'intero ecosistema (alterazione nella taglia degli erbivori, cambiamento nella dieta dei pinguini, etc). Inoltre, a Baia Terra Nova, all'inizio dell'estate, sono state osservate fioriture anomale di P. antartica in forma coloniale con potenziale effetto sui processi di drawdown della CO2.
In particolare, la Dott.ssa Mangoni affronta nella sua presentazione i meccanismi che modulano la distribuzione della comunità fitoplanctonica (in termini di biomassa, struttura dimensionale, gruppi funzionali) e la loro fotofisiologia in differenti contesti ecologici del Mare di Ross, in differenti anni. Gli studi sono stati effettuati nell'ambito del Programma di Ricerca in Antartide, in cui la Dott.ssa Mangoni è coinvolta dal 1994 a tutt'oggi.

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19 giu. 2018 - Rosario Mosello, Massimo Carcione e Laura Puppieni

20180619 Seminario Mosello

Le prime fasi dell'inquinamento del Lago d'Orta da documenti dell'archivio storico del CNR ISE e dal portale "I giornali del Piemonte"

Presentano: Rosario Mosello, Massimo Carcione e Laura Puppieni

C.N.R. Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, Verbania Pallanza
Regione Piemonte, Direzione promozione cultura, beni librari e archivistici

Saranno esposti i temi principali considerati in una ricerca su "L'inquinamento ed il risanamento del Lago d'Orta", svolta con il contributo della Direzione Promozione Cultura della Regione Piemonte nella seconda metà del 2017. La ricerca si è avvalsa di articoli sul tema pubblicati a partire dal 1926, reperiti dal portale "I Giornali del Piemonte", curato dalla Regione Piemonte e dal Consiglio Regionale del Piemonte, di lavori scientifici tratti dalla biblioteca del CNR ISE e di materiale inedito presente nell'archivio storico del CNR ISE, attualmente in via di sistemazione e digitalizzazione, con il supporto della Fondazione CRT di Torino. Dopo avere esposto i principali risultati conseguiti, sarà esaminata in maggiore dettaglio la prima fase dell'inquinamento del lago (1926-1945), evidenziando dalla stampa dell'epoca i partiti a favore e contrari all'insediamento Bemberg e le reazioni alle prime evidenze del grave inquinamento delle acque, sino alla pubblicazione della prof.ssa Rina Monti (1930), che ne identifica la causa negli scarichi della ditta Bemberg. All'inizio delle attività dell'Istituto Italiano di Idrobiologia (1938), il Prefetto di Novara incarica il direttore, prof. Edgardo Baldi, di interagire con la direzione e i tecnici della Bemberg per risolvere il problema dell'inquinamento del lago. Inizia così una collaborazione volta a restituire al lago il patrimonio ittico scomparso, tentativo che, seppur correttamente impostato dal punto di vista idrobiologico, non andrà a buon fine per il persistere e l'intensificarsi degli scarichi industriali. Dalla documentazione emerge inoltre l'attività di un perito di parte incaricato dalla ditta, il prof. Hans Bachmann di Lucerna, che effettua interessanti rilievi limnologici prima dell'inizio degli scarichi e, dopo alcuni mesi, non può che documentare gli effetti nefasti sul biota lacustre. Si accenna inoltre al tentativo della ditta Bemberg di avere la prof. Rina Monti come consulente, in considerazione della maggiore presa sulle autorità e sul pubblico di un esperto italiano piuttosto che straniero. Monti declina l'offerta e prosegue i suoi studi, pubblicati poco dopo negli atti della Regia Accademia Lombarda di scienze e lettere.

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12 giu. 2018 - Marcela Bastidas Navarro

20180612 Marcela

Bacterial communities in mountain lakes from North-Patagonian Andes: from diversity to function

Presenta: Marcela Bastidas Navarro

Laboratory of Limnology- INIBIOMA (CONICET- National University of Comahue) Bariloche – Río Negro- Argentina

Mountain lakes are remote systems whose localization determines extreme environmental conditions. Likewise, the presence of vegetation in the drainage area may constitute an important input of nutrients and dissolved organic carbon (DOC) of terrestrial origin. Thus, the localization of lakes with respect to the timberline may determine the development of the planktonic communities. Both the variation in the concentration and quality of DOC (importance of terrestrial input), can strongly influence activity, physiology, and diversity of bacterioplankton community. In North-Patagonian Andes (~41°S), the timberline (~1650 m a.s.l) is a deciduous forest of Nothofagus pumilio, and an important number of lakes are located both above and below this line. Thus, these lakes are located in a gradient of altitude, presenting a variable range of DOC concentration, and different contributions of terrestrial material, therefore they are propitious scenarios for the study of bacterial communities. In her talk, Marcela will show evidence of how quantity and quality of DOC can shape both community structure (taxonomic composition and physiological condition) and metabolic response (respiration rate and C-consumption).

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05 giu. 2018 - Rayanne Barros Setubal

20180605 Setubal

Functional Diversity and Ecosystem process: an empirical approach

Presenta: Rayanne Barros Setubal

Instituto de Biologia da UFRJ

Functional diversity is a way of measuring biodiversity that has progressively gained emphasis in ecological research in recent years. Functional diversity measures the diversity of functional traits, which are ecologically relevant species characteristics. For this reason, functional diversity presents a greater capacity of ecosystem process prediction in relation to the traditional biodiversity measures. This relationship among functional traits, community structure and ecosystem process is well known for some groups, such as plants, but little studied in aquatic environments. Despite the knowledge about the effects of anthropogenic disturbances, such as eutrophication and salinization, on environmental physical characteristics, little is known about how these impacts modify the communities functional structure and, consequently, ecosystem functions. Given the recognized ecological importance of zooplankton communities, measures of energy flow, such as secondary production and efficiency resource use provide important information for understanding the functioning of these environments and the processes and services they provide to mankind. Therefore, this study aims to evaluate how environmental changes influence the zooplankton community and ecosystem processes within a functional perspective. Our hypotheses are that disturbances (salinity and eutrophication) will decrease zooplankton functional diversity and thereby reduce rates of some ecosystem processes. However, this reduction will depend on the initial functional diversity of the community, with more diverse communities being more resilient to the disturbances.

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